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LA CUCINA ITALIANA: #IL FUTURO CHE CI ASPETTA

20.05.2021

Un cibo più sano, un territorio più integro, un’Italia più buona con il contributo concreto di tutti

Abbiamo unito punti di vista e professionalità, intersecato mondi e storie per giungere ad una conclusione: il futuro che ci aspetta va costruito ora, con consapevolezza e coraggio, giorno per giorno. Ecco le impressioni di chi ci ha accompagnato durante queste 5 tavole rotonde digitali aperte a tutti voi sulla piattaforma digitale ilfuturocheciaspetta.lacucinaitaliana.it

«Il futuro dipende da noi: abbiamo in mano le chiavi per plasmarlo attraverso le nostre azioni quotidiane» ci ha ricordato Roberto Pasi, co-founder della start-up Beeing «il futuro che ci aspetta dipende dal modo in cui ogni giorno viaggiamo, mangiamo, facciamo la spesa». Adattarsi alle condizioni ambientali che mutano: imparare dalle api per evolversi e soprattutto «tenere alta la passione per l’ambiente e stare al passo con le nuove tecnologie, supportare una filiera virtuoso e tutti i suoi operatori è fondamentale per guardare al futuro con ottimismo» la chiave per fare la nostra parte è questa secondo l’apicoltore biologico Diego Pagani, presidente della Cooperativa Conapi-Mielizia.

Ma è anche un futuro a colori quello che ci aspetta. Per la panificatrice Roberta Pezzella di PeZz de Pane infatti «è giallo come la distesa di grano bio che vorrei piantare per avere sempre ingredienti a km 0 e una filiera controllata dal campo al forno». È verde come i Vigneti per Roberto Ziliani della Cantina Guido Berlucchi «un emblema di biodiversità e baluardo contro il grigio del cemento».

La sostenibilità passa attraverso una scelta di agricoltura attenta e responsabile, ma anche attraverso accorgimenti alla portata di tutti e un pizzico di ingegno «come nidi artificiali per gli uccelli selvatici, per esempio» utili davvero per tutti ci ha raccontato produttore di vino Gianfranco Torelli, oggi consigliere di amministrazione del Consorzio Asti Docg. Affacciarsi al futuro attraverso la cultura e il racconto ci ha insegnato, parlando di vino, Alessandro Avataneo, docente di Storytelling per Scuola Holden descrivendo le nostre eccellenze enologiche come «un oggetto culturale molto complesso, molto prezioso e ci offre una ricchezza incredibile, una infinita possibilità di racconti». E ancora: futuro, imprenditoria, cura del territorio: «La bellezza della biodiversità può diventare anche motivo di investimento, fonte di nuove attività imprenditoriali e attrattiva turistica» ci ha spiegato Alessandro Marzotto – Cà Maiol Brand Manager & Santa Margherita Gruppo Vinicolo Business Developer – «se puntiamo a difendere con ancora maggiore forza l’ambiente e la biodiversità agroalimentare italiana diventa importante capire come possiamo finanziare tutto questo. In questo, l’enoturismo può rappresentare una grande risposta in grado di dare risorse vere ai produttori».

Abbiamo visto anche come la biodiversità dei nostri favolosi prodotti agroalimentari e il paesaggio siano interconnessi spiega il paesaggista e garden designer Antonio Perazzi «è venuto il momento di dare qualità all’ambiente con dei progetti che siano operazioni artistiche create in collaborazione con l’ambiente perché il misto tra selvatico e disegnato dall’uomo è la parte bella ed è anche il futuro, soprattuto per l’Italia».

Punta in alto con noi de La Cucina Italiana anche Stefano Marzotto, Presidente Zignago Holding che ha sottolineato come «Il riconoscimento internazionale del patrimonio enogastronomico del nostro Paese coronerebbe gli sforzi di più di una generazione di vignaioli, agricoltori e allevatori italiani. Del resto, l’Italia ha tutto per meritare questo: in nessun altro Paese al mondo si trova una biodiversità così marcata, con migliaia di specie autoctone, e con una tale variazione di microclimi e di suoli».

E ancora, auspica un futuro condiviso la chef Antonia Klugmann dove «un sempre crescente numero di persone possa accedere al cibo di qualità». E Silvano Brescianini, Presidente del Consorzio della Franciacorta riaccende l’orgoglio nazionale: «Che nel mondo sventoli la bandiera della cucina italiana».

Un ringraziamento va a tutti i partner e a tutte le persone che ci hanno condiviso le loro idee con noi. Il viaggio attraverso l’Italia, le sue mille tradizioni, le sue aziende virtuose, i cuochi e i produttori continua. Direzione? Unesco, marzo 2022.